Ti è mai capitato di trovare online un prodotto interessante e, una volta aggiunto al carrello, di abbandonare il processo di acquisto senza completare la transazione? Probabilmente sì. Questo fenomeno prende il nome di abbandono del carrello e commerce e si stima avvenga nell’80,68% dei casi.
Ma quali sono le ragioni di questo fenomeno, quali le categorie più coinvolte e come fare per ridurre la percentuale di abbandono per il proprio e-commerce? In questo articolo, esamineremo le principali tendenze e statistiche legate ai carrelli abbandonati attraverso l’analisi dei dati presentati da SaleCycle.
Cosa si intende per carrello abbandonato?
Come anticipato, il termine “carrello abbandonato” si riferisce a una situazione in cui un potenziale cliente visita un sito web, aggiunge dei prodotti al carrello ma poi decide di interrompere il processo di acquisto e abbandona il sito prima di completare l’ordine.
Questo problema è abbastanza comune nel mondo digitale e può essere causato da vari fattori come mancanza di ottimizzazione, prezzi nascosti, opzioni di pagamento limitate o un valore percepito basso dei prodotti, solo per citarne alcuni. Si stima, infatti, che solo il 20% degli utenti completa effettivamente gli ordini.
È importante notare che il termine “carrelli abbandonati” non si applica solo a siti web con un vero e proprio carrello. Ad esempio, nel settore dei viaggi e del turismo si parla di “abbandono delle prenotazioni“. Nel settore finanziario dell’e-commerce si parla invece di “abbandono dei moduli di compilazione” quando un utente inizia a compilare un modulo online ma poi lo abbandona senza completarlo.
Abbandono carrello e-commerce: alcuni numeri
Abbandono dei carrelli per settore
Secondo il “Report su trend e statistiche del mercato e-commerce per il 2023” di SaleCycle, l’80,68% dei carrelli viene abbandonato globalmente. Ciò significa che su 100 carrelli riempiti online, solo 15 vengono effettivamente acquistati. Gli altri 85 utenti invece decidono di abbandonare il sito per qualche motivo.
I risultati possono variare a seconda del settore e delle categorie, poiché alcuni prodotti vengono acquistati più facilmente e richiedono decisioni meno complesse rispetto ad altri.
Nel settore della moda ad esempio, la categoria fast fashion ha un tasso di abbandono inferiore (81,06%) rispetto alla categoria lusso (87,93%), dove i prodotti sono molto più costosi e richiedono una maggiore riflessione da parte degli utenti.
Le statistiche sono differenti se la navigazione avviene da mobile? L’83,76% dei carrelli viene abbandonato tramite dispositivi mobili. Spesso, infatti, gli utenti preferiscono navigare su smartphone ma poi finalizzare gli acquisti su desktop per ragioni come una maggiore sensazione di sicurezza o comfort.
Il valore medio dei carrelli abbandonati
Secondo uno studio condotto da Barclaycard, ogni carrello abbandonato corrisponde mediamente a un valore mensile di 35,96€. Ciò significa che in media ogni utente lascia tra 1 e 2 carrelli al mese.
Questo valore può sembrare insignificante ma se analizziamo i dati globali notiamo che l’abbandono del carrello nell’e-commerce causa una perdita annua di 18 miliardi di euro. Un valore destinato ad aumentare negli anni con la crescita dell’e-commerce e del numero di consumatori che preferiscono acquistare online.
Le principali cause dell’abbandono del carrello
Le cause che portano gli utenti ad abbandonare il processo d’acquisto, non concludendo la transazione sono molteplici. Presentiamo di seguito i motivi principali.
Nella maggior parte dei casi il carrello e commerce viene abbandonato in quanto l’utente si trova in una fase alta del funnel, durante la quale cerca alternative per soddisfare un bisogno con scarso interesse.
Buona parte degli utenti lo fa perché i costi di spedizione sono troppo alti, perché i prezzi degli articoli sono elevati e preferisce fare un confronto anche con altri negozi online, oppure perché preferisce guardare e navigare online per poi acquistare lo stesso prodotto presso un punto vendita fisico.
Le principali cause di abbandono del processo di checkout
L’abbandono del carrello e l’abbandono del processo di checkout non sono esattamente la stessa cosa. Quest’ultimo si riferisce a un fenomeno molto più specifico, ma è essenziale tenerne conto.
L’abbandono del processo di checkout si verifica quando un cliente lascia il processo di acquisto durante l’inserimento dei dati personali, la scelta del metodo di pagamento e di spedizione. Ciascuno di questi passaggi sono un’opportunità per i tuoi clienti di ripensare all’acquisto, quindi è importante strutturarli nel modo più semplice e fluido possibile, ottimizzando l’esperienza utente sia da desktop che da dispositivo mobile al fine di massimizzare le conversioni.
La principale causa dell’abbandono durante il processo di checkout è l’aggiunta di costi che inizialmente erano stati nascosti o comunque non menzionati. Questo è seguito dall’obbligo di creare un account e da un processo di checkout lungo e/o complesso.
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Email automation e recupero carrelli abbandonati
Una volta compreso quanto l’abbandono del carello e commerce influisca sulle conversioni di un sito web è opportuno trovare una soluzione efficace. In questo senso l’email automation viene in nostro soccorso.
Attraverso la progettazione di un flusso automatico di comunicazioni tramite email o SMS è possibile ricordare all’utente che ha lasciato in sospeso il processo d’acquisto, incentivando la conclusione della transazione attraverso promozioni e sconti dedicati, oppure facendo leva sul tempo limitato.
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Una puntuale email promozionale per il recupero dei carrelli abbandonati inviata dopo uno o due ore dal momento in cui l’utente ha lasciato il carrello può convincerlo a tornare sul sito e completare la prenotazione o l’acquisto. Il tempismo è quindi fondamentale.
Si tratta di una delle soluzioni migliori ed efficaci per risolvere o migliorare il problema dei carrelli abbandonati. Questo perché le email vengono inviate solo agli utenti che hanno già dimostrato un’elevata intenzione d’acquisto.
Il tasso medio globale d’apertura raggiunge il 40,10%, valore leggermente superiore nel settore del turismo online e leggermente inferiore nei settori della moda e della vendita al dettaglio. Il tasso medio di conversione, invece, è del 24,18%.
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